«Piano Variations on Jesus Christ Superstar» è il nuovo disco del pianista che esce il 3 aprile. Un album che non ha voluto rimandare perché «la musica è bella quando la condividiamo». E qui ci racconta la prima volta che ha visto la celebre opera rock e la sua quarantena con la moglie Valentina, che è partner ideale anche in musica. Stefano Bollani riesce bene a tradurre in pochissime parole quello che stiamo vivendo: marzo che è finito senza essere mai iniziato, aprile che ci vede ancora chiusi in casa nel tentativo di arginare la più grave emergenza sanitaria dell’ultimo secolo. «Siamo in una bolla», racconta dall’altro lato del filo, dalla sua casa romana, «Sospesi». Uniche evasioni: un terrazzo su cui, però, non può portare fuori il suo pianoforte; un cane che lui e la moglie Valentina (Cenni, ndr) portano a spasso a turno, rispettando gli orari. E un disco che ha deciso di fare uscire comunque: «Era pronto, non aveva senso tenerlo nel cassetto. Non possiamo fare previsioni ma bisogna vivere il presente». Piano Variations on Jesus Christ Superstar è disponibile dal 3 aprile in tutti gli store, prodotto da Alobar, l’etichetta indipendente dello stesso pianista. Un album per piano solo che fa rivivere le musiche cult di un successo senza tempo, a 50 anni dalla pubblicazione dell’album originale, capolavoro di Andrew LIoyd Webber & Tim Rice. Quella di Bollani è una versione totalmente inedita e interamente strumentale: «Ho scelto la forma del pianoforte solo perché la storia d’amore è tra l’opera rock e me». Una storia che dura da quando il compositore aveva 14 anni: «È stata un’epifania. Ero davanti alla tv, di nascosto. I miei dormivano già, e anch’io a quell’ora dovevo essere già a letto. E invece ho visto all’improvviso Giuda che canta, Gesù che appare ed è rock. Nessuno mi aveva avvisato, all’epoca non c’era internet. Non sapevo che Gesù potesse cantare rock. È una storia che ti arriva dritto dentro, indipendentemente se tu sia credente o meno. È una metafora del nostro rapporto con il mistero. Si tratta di un momento inedito, come quello che stiamo vivendo adesso». Che ragazzino era? «Alla continua ricerca, di stimoli, di informazioni. Non c’era Yotube, non c’era Internet, andavo a caccia di film, di dischi. Ricordo di avere aspettato a lungo il Rocky Horror Picture Show, che meraviglia». Che cosa significava a quel tempo la musica? «La gioia. E oggi non è cambiato nulla. Ho cominciato a suonare da bambino, a 15 anni ero professionista, mi sentivo al settimo cielo. Sono stato fortunato: mi è sempre piaciuto tutto quello che ho fatto». Oggi, in questo tempo, sospeso cosa manca di più? «Nulla. Perché quando ci hanno detto di stare a casa, sia io che mia moglie Valentina ci siamo detti: “facciamo tutto quello che possiamo fare, non pensiamo a quello che non possiamo”. Scriviamo, leggiamo, creiamo. Il tempo si è bloccato, noi siamo in casa, fermi, ma possiamo esplorarlo, conquistarlo. Anche se siamo in una situazione terribile possiamo affrontarla». Da musicista cosa prova a vedere gli italiani cantare sui balconi? «Mi viene fuori un grande sorriso. Se potessi, porterei anch’io il pianoforte fuori, sul balcone. Il palazzo ormai l’ho catturato, ma vorrei far sentire la musica anche all’esterno. È un’occasione che ci ricorda che la musica è bella quando la condividiamo. La musica aiuta, è terapeutica». In questo album c’è un solo brano in cui ha lasciato le parole: Superstar «Mi piaceva cantarlo come Giuda che sussurra all’orecchio di Gesù. E alla fine c’è un coro formato dalle donne della mia vita, perché volevo il calore di averle intorno. C’è mia figlia Frida, mia sorella, mia moglie Valentina. Manca solo mia mamma, ma è talmente stonata che non si è offesa». Cosa vede oggi dalla sua finestra? «Una città vuota, deserta. È così strano per Roma. Sento persino il suono del vento». A questo album ha lavorato con sua moglie che ha curato la grafica della copertina, il libretto. Com’è andata? «È stato meraviglioso, è la partner ideale, si sa fare ascoltare. Sa quello che mi piace o quello che mi serve ancora prima che lo sappia io». Il sito ufficiale di Stefano Bollani I commenti sono chiusi.
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MUSICA CLASSICA MODERNA
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